In particolare gli Stati Uniti rappresentano un mercato strategico per la pasta italiana: non solo rappresentano in volume il primo Paese extraeuropeo per il nostro export (quarto in assoluto), ma i primi 10 mesi del 2019 sono stati caratterizzati da una crescita dell’export di pasta del 18,8% in valore, pari a quasi 250 milioni di euro.
Inoltre l’export di pasta traina anche quello di altri prodotti simbolo del Made in Italy come olio, formaggi e pomodoro. In pratica tutto l’occorrente per un pasto nel segno della Dieta Mediterranea in un Paese dove un adulto su 3 (circa 100 milioni di persone) è obeso o sovrappeso.
“I risultati dell’export nel 2019 confermano che anche gli americani percepiscono la pasta italiana come prodotto eccellente e di qualità superiore e probabilmente i dazi non avrebbero intaccato questa passione, ribadisce Felicetti. Ma la buona notizia di questi giorni non ci deve far dimenticare che da più di 25 anni gli Stati Uniti hanno già imposto sulla pasta italiana dazi attorno al 18%.”