Il 90% dei cugini d’oltralpe sono consumatori abituali di pasta, meglio se spaghetti
I francesi preferiscono la pasta, meglio se spaghetti. Lo dice un dossier a cura di AIDEPI secondo cui il 90% circa dei nostri cugini transalpini sono consumatori abituali di pasta, in particolare degli spaghetti (stimati sull’86%). E così sulle tavole francesi la pasta ormai non può più mancare e i nostri vicini di casa la mangiano almeno una volta a settimana, spesso anche due, tre volte.
Pasta? Oui, merci – Il simbolo, assieme alla pizza, del made in Italy, ha più che raddoppiato il suo consumo in Francia negli ultimi 40 anni: nel 2017 si sono superate le 510 mila tonnellate per un consumo pro capite di 8 chili circa all’anno. Un ruolo fondamentale è giocato dall’esportazione italiana, basti pensare che, sempre l’anno scorso, sono state esportate a Parigi e dintorni ben 245mila tonnellate di pasta italiana. Ciò significa che la metà della pasta consumata sulle tavole francesi è, in pratica, di provenienza italiana.
Da contorno a piatto irrinunciabile – Ma non è stato sempre così, anzi. In passato i francesi consideravano la pasta un piatto povero, spaghetti e penne erano assimilabili a un contorno, con o senza verdure. Solo la pasta ripiena aveva il bollino di vero piatto a sé stante d’Oltralpe. I tempi cambiano, però, anche a tavola: da almeno 25 anni il consumo di carne in Francia è in calo, complici anche i consigli di medici e nutrizionisti su abitudini alimentari più sostenibili. Oggi solo 2 francesi su 10 continuano a mangiare la pasta come contorno, così come era abitudine fare 20 o 30 anni fa.
Ai Millennials piace al dente – Quasi due ragazzi su tre fra i 16 e i 24 anni (il 61%) mangiano pasta circa 2-3 volte a settimana: la preferiscono perché non costa molto e quindi va incontro alle loro esigenze di risparmi. Inoltre è facile da preparare e, per 8 giovani su 10, è anche nutriente e salutare: al massimo entro 15 minuti puoi ottenere un pasto sano, accessibile a tutte le classi sociali, con scarse conseguenze ecologiche (solo 1m2 a porzione), come si legge nella ricerca del Syndicat des Industriels Fabricants de Pâtes Alimentaires de France. C’è di più: 4 giovani francesi su 5, infatti, ammettono di preferire una cottura al dente, ideale per assaporare meglio la pasta.
Tradizionali, ma anche innovatori: secondo uno studio di Mintel Global Research, il 45% dei giovani è propenso a sperimentare paste alternative, con ingredienti particolari nell’impasto, ad esempio. Un terzo dei ragazzi dichiara di gradire ricette sperimentali di pasta assieme a quelle classiche.
Mangio perché conosco – I francesi a tavola sono dei consumatori consapevoli: il 70%, secondo uno studio di Harris, va sul web per cercare informazioni su cibo, ricette e sicurezza alimentare, per 2 su 3 è fondamentale seguire una dieta equilibrata. Meno carne, come dicevamo (32% giù) e meno latte (27%), in rialzo anche pesce (20%) e verdure (25%) rispetto a due anni fa: le abitudini cambiano soprattutto dopo gli ultimi scandali alimentari con la conseguenza di una maggiore attenzione all’ambiente. I vegetariani francesi si attestano tra il 4 e il 6%, mentre fanno breccia tra le famiglie (circa 1/3) i flexitariani, quello che hanno ridotto il consumo di proteine animali.