Lo spreco domestico di cibo in Italia produce 3,6 miliardi di tonnellate di CO2 annue e un utilizzo pari a 2,5 miliardi di m3 di acqua. E anche se la pasta oggi rappresenta appena il 3,5% del valore totale dello spreco domestico, lo spreco di cibo resta un fenomeno rilevante, come dimostrano i numeri di una analisi realizzata da AIDEPI (Associazione industriale del dolce e della pasta italiani), in occasione dell’Earth Day 2015, che valuta l’effetto sull’ambiente dei circa 48 kg[i] di cibo che ogni anno la famiglia media italiana getta nella spazzatura, sia prima di cucinarlo (perché è scaduto o magari si è deteriorato) che dopo (perché si sono calcolate male le dosi).
Proiettando i dati a livello nazionale e calcolando l’impatto sulle risorse del Pianeta di questo fenomeno, AIDEPI stima che stiamo parliamo di 1,25 milioni di tonnellate di alimenti gettati nella spazzatura – per un controvalore di 8,15 miliardi di euro – che producono quasi 3 miliardi e 650 milioni di tonnellate di CO2 equivalente e uno spreco di acqua pari a 2,5 miliardi di m3 di acqua.
Ma, al di là dei numeri, forse troppo grandi per far presa sulla percezione del consumatore, bisogna comprendere che non tutti gli alimenti si comportano nello stesso modo. Alcuni, come la pasta, sono più virtuosi di altri. Sappiamo che pesa appena un 3,5% in valore e un 12,5% in volume sul totale spreco domestico, negli impatti sull’ambiente le percentuali scendono ad appena il 6,6% delle emissioni di CO2 totali e a un 8,6% dei consumi idrici.
Sull’argomento, esiste però una buona notizia. Sappiamo da 2 ricerche[iii] uscite recentemente che circa 6/7 italiani su 10 dichiarano di aver ridotto gli sprechi di cibo negli ultimi anni, anche complice la crisi. Una percentuale del 28% afferma addirittura di averli eliminati.
Per 9 italiani su 10 si tratta comunque di un fenomeno “molto o abbastanza grave”.[iv]
Mentre un monitor annuale realizzata dal 2008 a oggi[v] da un’associazione di consumatori dimostra che nell’arco degli ultimi 6 o 7 anni il peso dello spreco alimentare domestico in valore è passato da 560 euro l’anno a famiglia a circa 330 euro. Che rappresentano – rispettivamente – il 13% (nel 2008) e il 6% (oggi) della spesa alimentare familiare.
E alla luce di questi dati AIDEPI lancia una sfida di sostenibilità ai pasta lovers, ridurre in 10 anni lo spreco domestico di pasta del 50%.
“Questa tendenza a gettar via meno generi alimentari ci fa piacere – spiega Riccardo Felicetti, Presidente del Gruppo Pasta di AIDEPI – perché, anche se le quantità diminuiscono, lo spreco domestico di cibo è e rimane un fenomeno davvero insostenibile in un Pianeta sempre più affamato di cibo. Il fatto che la pasta rappresenti oggi appena il 3,5% del valore economico di questa forma di spreco e che sia uno degli alimenti più amici dell’ambiente – dal 2008 a oggi i consumi idrici si sono ridotti del 20% circa, i rifiuti recuperati sono arrivati al 95% del totale e l’emissione di CO2 equivalente è diminuita di circa il 21%[vi] – non ci spinge ad accettare passivamente questo fenomeno. Lanciamo perciò una sfida a tutti i pasta lovers, che sono la quasi totalità degli italiani: fare proprio l’obiettivo che si è posto il Parlamento europeo di ridurre del 50% entro il 2025 la quantità di cibo gettato nella spazzatura. Per la pasta significa passare da circa 6 chilogrammi annui a famiglia a meno di 3… Anzi, possibilmente a zero”.