Dici pasta, pensi Italia. Non solo, con un consumo pro capite di circa 26 chili annui, ne siamo i più grandi consumatori al mondo. Ma siamo anche primi per produzione, potenzialità produttiva ed esportazioni: grazie a un tasso di crescita del +25% negli ultimi 10 anni, oggi, ogni 10 piatti di pasta serviti nel pianeta, ben 3 parlano italiano. Addirittura 7 su 10 in Europa. Un altro dato conferma la propensione global di questo prodotto simbolo del made in Italy (e il suo ruolo strategico per la nostra economia): ormai il 57% della produzione nazionale di spaghetti, penne e fusilli è destinata al mercato estero, contro il 52% di 5 anni fa, il 47% del 2000… e il 5% del 1955. E quota 60% non è così lontana, anche se già ci sono pastai italiani che esportano oltre il 90% della produzione…
Lo rivela AIDEPI – Associazione degli Industriali del Dolce e della Pasta Italiani, che elaborando dati Istat traccia un vero e proprio atlante del nostro export pastaio nel 2014. Secondo l’Associazione, sono circa 2 milioni le tonnellate di pasta italiana destinate alle tavole di tutto il mondo, +3,6% rispetto al 2013 e un apporto di circa 2 miliardi alla nostra bilancia commerciale. Senza contare che la pasta fa anche da volano al consumo di prodotti tipici del primo piatto all’italiana come pomodoro, olio e formaggio.
L’atlante dell’export – Nel 2014 la Germania si conferma il principale mercato per gradimento della pasta tricolore (oltre 360mila tonnellate e un’incidenza pari al 18,7% del totale), seguita da Regno Unito e Francia, per entrambe 278mila tonnellate e 14,1% del totale, anche se va rilevato che la Francia è rimasta sostanzialmente stabile, mentre l’UK ha realizzato un significativo +11% negli ultimi 12 mesi. Al di fuori dell’Europa, sono gli Usa il primo sbocco, con 151 mila tonnellate e un peso del 7,7% in volume e del 9,5% in valore, davanti al Giappone (3,8%). Questi “fantastici cinque” sono i mercati più consolidati per la pasta italiana, pesando più della metà (58%) sulla torta del nostro export. Analogamente, il mercato europeo assorbe il 73,1% della domanda (il 66% considerando i soli Paesi UE), davanti alle Americhe (11,2%) e all’Asia (10,9%). Per questi continenti, il 2014 ha registrato vai a un tasso di crescita positivo e uniforme attorno al 4 per cento in volume, mentre in valore la stabilità dell’Asia fa da contraltare a risultati più positivi di Europa (+4,1%) e Americhe (+6,2%). Africa (2,8%) e Oceania (1,4%) sono mercati ancora marginali.
Nella “top 20” dei golosi di pasta italiana, si segnalano le performance positive, oltre al già citato Regno Unito, di Olanda (+18,1%), Belgio (+14,5%) e Corea del Sud (+14%). In crescita gli italian pasta lovers nei Paesi BRICS (+11,2% e quasi 109mila tonnellate consumate), con Russia (+11,5%), India (+15,4%) e, soprattutto, la Cina (+37,9%) a trainare la passione per la pasta e, più in generale, per tutto il food italiano.