Per un italiano che ama la pasta non c’è niente di più familiare di una pentola che bolle e aspetta una manciata di spaghetti. Il gesto di buttare la pasta nell’acqua bollente è forse uno dei primi che impariamo in cucina ed è strettamente legato all’immaginario della buona tradizione culinaria italiana. Ma è facile immaginare che nonostante l’animo internazionale della pasta (come dimostrano i dati sull’export e l’apprezzamento della pasta nel mondo) per i pasta lovers abituati ad altre modalità e competenze in cucina non sia così scontato…in alcuni casi il salto in pentola è un vero salto culturale!
Pasta nel wok – In Cina il concetto base di “bollire e scolare” mal si sposa con gli utensili e l’architettura della cucina asiatica. Per questo, le aziende italiane hanno realizzato una variazione sul tema pasta più vicina culturalmente ai noodles asiatici e appositamente pensata per essere preparata nel wok: si tratta di un piatto pronto confezionato con il suo sugo liofilizzato. Basta versare tutto direttamente in padella, aggiungere l’acqua, mescolare per un minuto ed il gioco è fatto.
Una è meglio di due – Il concetto di piatto pronto è una scommessa aperta anche negli Stati Uniti, che invece costituiscono uno dei mercati più maturi. Il pasta lover americano è troppo pigro per utilizzare due pentole, una per bollire la pasta, l’altra per preparare il condimento? Et voilà la pasta per americani fast oriented: da mettere cruda nella pentola assieme al condimento, ricoprire di poca acqua e scaldare sul fuoco. Si fa come il riso, ma si cuoce in pochi minuti.
La certezza di una lavastoviglie a mezzo carico arriva anche dagli spaghetti al nero di seppia con il condimento già incorporato nell’impasto. Basta cuocere la pasta e servirla per ottenere un classico primo piatto di pesce senza dover ricorrere ad altri ingredienti… e pentolame.