Classica, semplice, globale, etica, diversa: ecco come i cuochi vedono la pasta nei prossimi 30 anni. Le ricette saranno nel menù di oltre 100 ristoranti nella settimana del World Pasta Day, dal 18 al 25 ottobre.
Un viaggio nel tempo che attraversa 4 continenti e oltre 113 ristoranti, con un minimo comun denominatore, la pasta. In occasione del World Pasta Day (25 ottobre), la prima edizione di “Al Dente, The Italian way of pasta” (http://aldente.worldpastaday.org) regala ai pasta lovers un itinerario gastronomico che attraversa l’Italia e l’Europa (Germania, Francia, Inghilterra e Portogallo), tocca New York, Dubai, Tokyo, Kuala Lumpur Bali, Shangai e Brisbane per gustare un piatto di pasta che arriva direttamente dal futuro. Ben 113 ristoranti hanno aderito alla kermesse, mettendo in menù, dal 18 al 25 ottobre, la loro interpretazione di #pasta2050: un piatto che prende ispirazione dalle tendenze che caratterizzeranno la pasta nei prossimi 30 anni, tra globalizzazione e voglia di semplicità, nuovi ingredienti e una rinnovata etica dei consumi.
Hanno accettato la “sfida” lanciata da Unione Italiana Food pesi massimi del calibro di Heinz Beck, Chicco Cerea, Rosanna Marziale, i fratelli Alajmo, e molti altri cuochi e ristoratori. E, a giudicare dalle ricette proposte, i professionisti dei fornelli vedono la pasta di domani inseparabile da quella di ieri, con tanti riferimenti a tradizione e semplicità, con l’immancabile tocco d’autore che rende la pasta ancora più intrigante. Una curiosità: la pasta lunga “vince” la classifica dei formati più gettonati nelle ricette degli chef, spaghetti in primis, in veste classica o rivisitata (di farina di legumi, kamut o… iodato).
Ma vediamo un assaggio delle interpretazioni d’autore più intriganti – per l’elenco completo dei ristoranti che aderiscono all’iniziativa e delle ricette il punto di riferimento è la sezione dedicata del sito “Al Dente” (http://aldente.worldpastaday.org).
A Roma Arcangelo Dandini propone una ricetta ispirata alla semplicità dei sapori mediterranei: spaghetti con ricotta, olio di croatina, limone e finto pepe; una tendenza, quella della semplicità, accolta anche dalla chef casertana Rosanna Marziale che chiama la sua ricetta “spaghetti all’italiana”. Anche a Porto San Giorgio il giovane chef Nikita Sergeev propone una ricetta classica e senza tempo, mezze maniche ai ricci di mare con crema di pinoli tostati e pecorino di Fossa. Mentre a Cagliari Luigi Pomata propone una ricetta che accoglie la sfida della globalizzazione valorizzando i prodotti del territorio: tagliolini con battuto di gamberi, uova di pesce, datterino di Pula, tartufo di Laconi e buccia di limone. A Napoli, dove lo spaghetto alla pummarola è una cosa seria, il George’s Restaurant lo omaggia con il calligrafico “Pomod’oro”, dove lo Spaghettone avvolge le diverse consistenze dei pomodori campani. A Rubano, i Fratelli Alajmo propongono Tagliolini all’aneto con vongole, dentice, astice e salsa di pistacchi.
E non manca la possibilità di celebrare la settimana della pasta anche all’estero grazie all’adesione dell’Associazione Italiani Chef New York, un network di circa 280 professionisti dei fornelli che rappresentano la cucina italiana nella Grande Mela. E grazie alla partecipazione dei ristoranti del firmamento di Heinz Beck: a Dubai, in carta è possibile trovare fettuccine con pesto, burrata e crumble di pinoli salati; a Tokyo invece la pasta del futuro secondo il tristellato chef tedesco è ripiena con secreto di maiale, spuma di patate e salsa di cipolla ossidata. Mentre a Roma, nell’empireo de La Pergola, la proposta dello chef è un omaggio alla Cacio & pepe della tradizione, nobilitata da gamberi bianchi marinati al lime.