Con l’arrivo dell’estate si torna a parlare di forma fisica e prova costume e con queste di diete più o meno fantasiose, da quelle iperproteiche che promettono dimagrimenti lampo a quelle che condannano di volta in volta un alimento diverso. Per orientarsi fra le tante indicazioni dietetiche e nutrizionali che vengono dai media, abbiamo intervistato Luca Piretta , Medico-Chirurgo, Specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva,Specialista in Scienza della Nutrizione Umana presso il Dipartimento di Scienze Cliniche dell’Università “La Sapienza” di Roma. Ecco il suo commento!
La facilità con cui alcuni media disquisiscono su calorie, diete low-carb o low-fat, – afferma Piretta – è alquanto imbarazzante. Per i fruitori di queste informazioni sembrerebbe che l’alchimia di una sana nutrizione si basi esclusivamente su un mero calcolo matematico, come se le calorie fossero tutte uguali e fossero l’unico parametro da considerare, quando si decide quale regime alimentare scegliere. Una dieta deve fornire all’organismo tutti i nutrienti di cui ha bisogno e i vari alimenti svolgono questa funzione in modo preciso. Non posso sostituire le mele con i pesci, la pasta con il burro, la frutta con la carne, solo mantenendo il totale delle calorie invariate.
Non tutti i nutrienti sono uguali – Se si fa una dieta low-carb per definizione devo aumentare i grassi e/o le proteine , ma questi nutrienti non possono svolgere le funzioni dei carboidrati, o meglio , quando lo possono fare lo fanno male, avverte Piretta . Una dieta low-carb diventa iperproteica, e alle proteine in eccesso necessariamente sottraggo la naturale funzione plastica e funzionale per chiedere una funzione energetica. Questo si verifica producendo una energia “sporca”, perché si obbliga l’organismo a smaltire l’eccesso di azoto.
È come se decidessimo di tornare a scaldare le case con il carbone invece del metano. L’organismo si intossicherebbe nel lungo periodo, come la nostra atmosfera. I carboidrati rappresentano l’energia pulita. Alcuni tessuti come il cervello e i globuli rossi funzionano solo con il glucosio, (anche se i neuroni si possono adattare ai corpi chetonici) e lo dobbiamo fornire in quantità adeguata. Lo stesso vale per un corretto svolgimento dell’attività fisica. Non dobbiamo mai mischiare due concetti fondamentali: la dieta per mantenerci in salute tutta la vita e la dieta per dimagrire.
Ma se è necessario dimagrire? Si può ritoccare una corretta dieta mediterranea sia in termini di quantità che di proporzioni dei nutrienti. Ma questo non significa stravolgere i principi del metabolismo – continua il professore – e soprattutto non lo si può fare per lunghi periodi. Per non andare a impattare eccessivamente sulla glicemia e sull’insulina (se vogliamo dirlo “per rimanere in zona”) non si devono abolire i carboidrati ma si deve imparare ad assumerli. Basta avere una attenzione all’indice glicemico, sul quale si può intervenire non solo scegliendo gli alimenti ma anche imparando a cuocerli e ad abbinarli (mangiare la pasta al dente con un sugo di funghi o asparagi ha un bassissimo impatto sulla glicemia post-prandiale).
E infine il miglior viatico per garantire non solo il dimagrimento (per chi lo deve fare), ma soprattutto per mantenere il calo ponderale ottenuto, è quello di soddisfare il gusto e la psiche dell’individuo. Nessuno è disposto di soffrire a lungo. Una dieta drastica non serve a niente se dopo 1 anno si pesa più di prima anche se dopo 6 mesi si era ottenuto un risultato strabiliante. Soltanto mangiando con gusto e piacere si può prospettare un piano di educazione alimentare che duri tutta la vita, e di certo rinunciare a pasta, pane e pizza è l’ultimo dei desideri degli italiani, come ci dicono le statistiche.