Pasta, alimento green… – L’Earth Day (Giornata della Terra), che si celebra ogni anno un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile, è la più grande manifestazione ambientale del pianeta in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per promuovere la salvaguardia della Terra. Anche la pasta in un certo senso ne prende parte: non è solo buona, infatti, ma è un cibo la cui produzione e consumo rispettano l’ambiente. Noi anche nel nostro piccolo possiamo fare delle scelte utili a supporto dello stato di salute dell’ecosistema, limitando il più possibile lo spreco di risorse. Ad esempio utilizzare solo la quantità d’acqua necessaria per la cottura (in media 1 litro per 100 grammi di pasta), o avvalersi sempre di un coperchio sulla pentola per consumare meno gas oppure mettere il sale solo dopo che l’acqua inizi a bollire, poiché si rallenterebbe il processo di ebollizione.
…e anti-spreco: idee per riutilizzare la pasta avanzata – Si è sempre generosi nel calare la pasta e purtroppo spesso avanza nella pentola. Non c’è però motivo di sprecarla buttandola nella spazzatura, né di mangiarla semplicemente riscaldata. Esistono varie ricette deliziose per preparare con gli avanzi dei piatti totalmente nuovi. Uno di questi è la frittata di pasta, tipica della tradizione partenopea, versatile, utile anche per svuotare il frigo e ottima sia appena fatta che fredda. Oppure cimentarsi con un ottimo timballo di maccheroni utilizzando besciamella e salsa di pomodoro. Si può optare anche per uno sformato di pasta con guanciale, ricotta e provola, veloce da preparare e molto amato sia dagli adulti che dai bambini. Infine unire la pasta avanzata con dei semplici broccoli bolliti per farne una preparazione amata anche da chi queste verdure proprio non le apprezza: delle golose crocchette.
Perché la pasta è un cibo sostenibile? – Dal 2008 i consumi idrici hanno subito un calo del 20% circa, i rifiuti recuperati sono circa il 95% del totale e l’emissione di anidride carbonica corrispondente (CO2) è diminuita del 21% circa. In questo modo l’impatto ambientale della pasta, dalla produzione alla trasformazione fino al consumo, è decisamente basso: 1 mq globale (vale a dire la misura dell’area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria a rigenerare le risorse consumate durante la produzione) per porzione di pasta e la sua impronta ecologica è minima, appena 150 grammi di CO2 equivalente. Anche per quanto riguarda il consumo di acqua, la pasta è all’avanguardia. Un piatto di pasta al pomodoro o di lasagne al forno significa fare anche una scelta sostenibile: un pastificio, infatti, per produrre un chilo di pasta usa non più di tre litri d’acqua.
Filiera all’avanguardia sull’ecologia – La filiera della pasta è sempre più eco-friendly: le tradizionali tecniche di produzione utilizzate dalle aziende agricole hanno oggi un limitato impatto ambientale e un’ottima resa qualitativa. La coltivazione del frumento incide in modo marginale sul totale delle emissioni di anidride carbonica, solo per il 37%. Discorso identico per l’imballaggio, (6% di CO2) che è costituito da materiali immediatamente riciclabili come il cartoncino o il classico film plastico. Anche durante la realizzazione del packaging (il pacco di pasta) le conseguenze sull’ambiente sono ridotte: la trasformazione industriale, compresa anche la molitura, si attesta al di sotto del 15% delle emissioni di CO2. Anche la distribuzione si ritaglia una quota minima (4%) dell’impronta carbonica del pacco di pasta.