Sono 188 ad oggi i Paesi che amano la pasta italiana e la importano (erano 140 nel 1991, +34%). Il simbolo della cucina italiana ha letteralmente conquistato le tavole di tutte il mondo grazie al suo gusto ma anche per l’estrema versatilità, la capacità di adattarsi a culture gastronomiche eterogenee e la sensibilità dei produttori di cogliere le tendenze e rispondere alle diverse esigenze dei consumatori (dalla pasta a cottura rapida, alle paste speciali, alla diffusione dei formati maxi tipicamente italiani come paccheri e conchiglioni).
Con quasi 3,5 milioni di tonnellate prodotti nel 2014 l’Italia è il leader del mercato mondiale della pasta e in 15 anni l’export di pasta italiana è cresciuto complessivamente di circa il 50%. Crescono gli italian pasta lovers anche in Paesi emergenti, dove la voglia di pasta va oltre l’ostacolo delle diverse culture gastronomiche: nei Paesi BRICS (+11,2% in volume nel 2014), con Russia (+11,5%), India (+15,4%) e, soprattutto, la Cina (+37,9%) a trainare la passione per la pasta e, più in generale, per tutto il food italiano.
Aspettando il prossimo World Pasta Day, che quest’anno verrà festeggiato a Mosca, ecco le ricette più famose e le principali curiosità sulla pasta dai 5 continenti
Pasta a stelle e strisce (e non solo) – Gli USA sono al 1° posto tra i Paesi extraeuropei per gradimento della pasta italiana. Ne importano 151 mila tonnellate, pari al 7,7% in volume e al 9,5% in valore della nostra torta dell’export. E se ci spostiamo un po’ più a Sud, in Brasile per la precisione, scopriamo che anche Rio de Janeiro può a pieno titolo essere considerata una capitale mondiale della pasta: primo produttore di questo alimento in tutto il Sudamerica. Ma quali sono le ricette di pasta preferite a New York e a Rio de Janeiro? Nella Grande Mela impazzano già da diversi anni i baked ziti, una sorta di pasta pasticciata, in cui gli ziti sono gratinati in forno dopo essere stati conditi con varie salse tipiche della cucina italo-americana: pomodoro, formaggio, salsicce, funghi…fra i formati di pasta preferiti sicuramente gli spaghetti, mentre la salsa più famosa è quella ai formaggi. Anche a Rio gli spaghetti vanno per la maggiore, in particolare Macarrão ao molho branco: spaghetti con una specie di besciamella preparata con burro o margarina, maizena, latte o panna, sale e pepe. La pasta viene proposta come classico primo piatto, soprattutto al ristorante, ma “funziona” anche in versione più casual e popolare, come contorno alternativo al riso, per accompagnare le specialità locali, dalla feijoada alla picanha.
Sulle tracce di Marco Polo – Volando a Est fra i paesi estimatori della pasta troviamo il Giappone con oltre 75mila tonnellate di pasta italiana importata e la Cina con 15.500 tonnellate (+38% rispetto al 2013). In Giappone la pasta è al primo posto tra i prodotti italiani più apprezzati, insieme all’olio d’oliva e al vino e già dagli anni ’90 ha assunto una duplice valenza: quella di piatto ‘quotidiano’, perfetto in pausa pranzo o da cucinare a casa, e quella di piatto ‘sofisticato’, da prediligere la sera, nei ristoranti italiani o in occasioni speciali. E se gli spaghetti sono ormai stati inclusi nei menù delle mense scolastiche, nei tanti ristoranti italiani (o a tema italiano), spopolano i formati premium della nostra tradizione, come spaghettoni, paccheri e fusilloni, che i cuochi giapponesi hanno imparato a preparare nel pieno rispetto dell’ortodossia tricolore (cottura al dente e condimenti mediterranei rivisitati).
In Cina il salto culturale per la pasta italiana è molto ampio, perché anche se a prima vista noodles e spaghetti sembrano simili, il concetto base di “bollire e scolare” occidentale mal si sposa con gli utensili e l’architettura della cucina asiatica. Sarà per questo che i cinesi non amano cucinare la pasta all’italiana, con la tipica salsa di pomodoro o il basilico, ma preferiscono adattarla ai prodotti della cucina orientale, preparandola nel wok e scegliendo condimenti come miele, yogurt o soia. Per superare questo gap, le aziende italiane hanno realizzato una variazione sul tema pasta più vicina culturalmente ai noodles asiatici e appositamente pensata per essere preparata nel wok: si tratta di un piatto pronto confezionato con il suo sugo liofilizzato. Basta versare tutto direttamente in padella, aggiungere l’acqua, mescolare per un minuto ed il gioco è fatto. E a proposito della teoria secondo la quale gli spaghetti sarebbero stati inventati in Cina e importati in Italia da Marco Polo nel 1295 vale la pena ricordare che è una bufala. Lo dimostrano alcuni documenti degli inizi del XII secolo, che citano una pasta secca a forma di fili, denominata “itriyya” e prodotta nella colonia araba di Palermo
Nel Corno d’ Africa gli spaghetti sono alle spezie – Spostandoci in Africa, in Etiopia, scopriamo che i consumi di pasta, sebbene a livelli molto bassi, sono in costante crescita: il trend in corso indica prospettive di crescita fino a 5 kg pro capite nei prossimi anni, specialmente nelle aree urbanizzate, dove la pasta è perfetta per i nuovi stili di vita per il suo essere veloce e semplice da preparare, accessibile e compatibile con le abitudini alimentari del Corno d’Africa. In Etiopia la pasta si fa glocal nel matrimonio con il tradizionale berberé: mix di spezie (peperoncino, zenzero, chiodo di garofano, coriandolo, pimento, ruta comune, ajowan e pepe lungo) utilizzato in molte ricette della cucina eritrea ed etiope. E così abbiamo i classici spaghetti con Berberé e una spolverata di formaggio ayib locale, o i “Trout spaghetti”, che alla base di berberé e ayib aggiungono bocconcini di trota marinata e un filo d’olio d’oliva per mantecare il tutto
In Europa? Sono i tedeschi i veri pasta lover – In Europa, fatta eccezione per gli italiani, sono i tedeschi i maggiori estimatori della nostra pasta: con 360.023 tonnellate importate, è italiano un piatto di pasta su 2 (51%) tra quelli consumati dai tedeschi (702.687 t). Se gli spatzle sono il piatto di pasta della tradizione più diffuso, specie nella Germania meridionale, la ricetta di pasta secca preferita sono gli Spaghetti al ragù di carne, tanto che ne esiste anche una versione precotta e in scatola. Forse perché in Germania gli spaghetti “alla bolognese” sono protagonisti delle feste di compleanno dei bambini. Perché si mangiano e ci si diverte, con il famoso il gioco dello “Stop!”, versione tedesca del nostro “un, due, tre, stella!”: i bambini iniziano a mangiare velocemente gli spaghetti, guidati da un capo festa. E al grido “Stop!” tutti devono fermarsi all’istante, con risultati (e risate) immaginabili…
In Australia? Vince la carbonara – A conquistare gli amanti della pasta nell’altro emisfero ci pensa la carbonara, protagonista anche del famoso cooking tv show MasterChef Australia, i cui mattatori sono Gary Mehigan, George Calombaris e Matt Preston. In una delle recenti edizioni il piatto della tradizione italiana più apprezzato (e storpiato) nel mondo è stato protagonista di una puntata in cui se ne tessono le lodi e si prova a insegnarne la versione perfetta. In barba ai puristi lo stile aussie ne prevede l’aggiunta di panna, non quella fresca e liquida, ma addirittura quella del brick..