Sebbene la pasta sia un alimento dall’impronta ecologica minima e, dal campo alla tavola, il suo l’impatto ambientale sia davvero basso, si può fare ancora di più a favore della sostenibilità ambientale a partire dai piccoli gesti di tutti i giorni. È infatti la fase di cottura a casa il passaggio di tutto il ciclo della pasta che può maggiormente impattare sull’ambiente, ben il 38% del totale dell’impronta carbonica lungo tutta la filiera. E lo hanno capito anche i grandi chef, particolarmente sensibili al tema come Davide Scabin che per la sua amatriciana usa l’aglio e un metodo di cottura a basso impatto… la pentola a pressione!
Cottura in pentola a pressione – tipico degli anni Settanta-Ottanta, il metodo della cottura nella pentola a pressione risulta infatti particolarmente sostenibile per l’ambiente. Lo ha dimostrato lo chef Scabin, nel suo intervento a Identità Golose 2015, preparando la sua famosa pasta all’amatriciana, con l’obiettivo di risparmiare energia e sperimentare strade nuove per la preparazione di un alimento super tradizionale.
Scabin ha stimato che se tutti utilizzassimo la pentola a pressione per cucinare la pasta, in Italia ci sarebbe un risparmio di 224 litri d’acqua all’anno procapite (bastano infatti 200 ml di acqua invece del litro canonico), per un totale di 17 miliardi di litri d’acqua risparmiati. Cioè più o meno l’acqua che serve a riempire 70 piscine olimpioniche.
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