La pasta è simbolo di amore e condivisione: rende felici come l’abbraccio di una persona cara. Come l’abbraccio della mamma. Ecco perché è diventata il piatto più sociale del mondo e perché è legata a ricordi felici, in famiglia o con amici.
Amore mediterraneo.
Prendersi cura degli altri è importante, ma anche prendersi cura di sé stessi è fondamentale. Bisogna pensare sempre a quello che si introduce nel proprio corpo e mantenere un benessere psicofisico adeguato, avendo cura di fare movimento e avere ritmi dinamici. La dieta mediterranea che ci rende famosi in tutto il mondo è prima di tutto proprio uno stile di vita olistico. Un indicatore della centralità della pasta nel vivere mediterraneo arriva dalla comunità scientifica internazionale, che nel 2015 ha sottoscritto una Dichiarazione di consenso scientifico per evidenziare i benefici per la salute di una alimentazione mediterranea a base di pasta e carboidrati complessi, sottolineando il ruolo di questo alimento nella prevenzione delle malattie croniche e dell’obesità e il suo valore sostenibile. Ma c’è di più. La pasta è la traduzione più immediata del “piacere” di mangiare mediterraneo: un alimento gustoso, accessibile a tutti, capace di incontrare qualsiasi cultura gastronomica. E soprattutto di immediata condivisione con le persone care, caratteristica che la rende lo strumento ideale per dimostrarsi affetto.
A caccia di serotonina.
Abbiamo sempre saputo, in cuor nostro, che la pasta rende felici. Numerosi studi nutrizionali dimostrano che, grazie all’apporto di triptofano, un buon piatto di spaghetti stimola le endorfine e il buonumore. Ma c’è di più: esiste anche un meccanismo emozionale e neurofisiologico alla base del benessere psicofisico che si prova mangiando un piatto di pasta, che per la prima volta è stato indagato e misurato scientificamente dallo studio italiano, del “Behavior & Brain Lab” della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, realizzato per i pastai italiani di Unione Italiana Food. È la prima volta che la ricerca scientifica ha indagato la sfera emotivo gratificatoria, registrando come gustare un piatto di pasta scateni una vera e propria esplosione di felicità, pari o addirittura superiore all’emozione suscitata dalla nostra canzone preferita o da un gol dell’Italia. O dell’abbraccio della nostra mamma.
In cucina…assieme!
Cucinare piace sempre di più e non è di certo un caso. Probabilmente è l’attività che più unisce e amplifica le connessioni e l’empatia. Il 26% del campione intervistato da DOXA per Unione Italiana Food e Agenzia ICE prepara sovente ricette della tradizione e di famiglia, per trovare conforto nei momenti di malinconia; Il 21% prepara ricette più elaborate, avendo più tempo libero a disposizione; e ancora, piace sperimentare “nuove ricette e nuovi metodi di cottura” (20%); acquistano, specie italiani e francesi, “nuovi formati e tipologie di pasta come quella integrale, di legumi, senza glutine”, (15%). Sperimentare, assaggiare, migliorare le ricette contribuisce a creare legami duraturi e ricordi indelebili. E quanti di voi trovano conforto nel preparare (e mangiare) la pasta che cucinava la propria mamma o la propria nonna?