Buona, sana, accessibile, adatta a tutti gli stili di vita, pratica e sostenibile. La pasta è l’alimento italiano per eccellenza ed è sempre più presente su tutte le tavole del mondo – grazie a un tasso di crescita del +25% negli ultimi 10 anni, oggi ben 1 piatti di pasta su 4 serviti nel pianeta parlano italiano(dati AIDEPI 2015).
La pasta cibo del futuro? Sembrerebbe proprio di sì. A sostenerlo non solo gli appassionati di spaghetti e carboidrati complessi ma anche le evidenze scientifiche. Aspettando il World Food Day e l’imminente compleanno del prodotto simbolo della nostra tradizione gastronomica, ecco almeno 3 buoni motivi per continuare a scegliere la pasta, guardando al futuro ( e gustando il presente).
Perché è accessibile – Oggi il costo medio di un piatto di pasta è veramente ragionevole: con 45 centesimi di euro ci si può preparare una porzione di spaghetti al pomodoro conditi con una generosa spolverata di parmigiano. Basti pensare che un sms costa in media 15 centesimi. O che con la spesa di un pieno di benzina, circa 70 euro, un italiano ha un piatto di pasta assicurato per 6-8 mesi…
Perché è sana e si adatta a ogni stile di vita – Da tempo i nutrizionisti concordano sul fatto che la pasta sia un alimento sano e che i suoi carboidrati complessi siano indispensabili in ogni dieta. Specie quando la abbiniamo ad altri cibi salutari (verdure, ortaggi e olio di oliva) della dieta mediterranea. La digeribilità della pasta e delle sue varianti – come quella integrale – ne fanno un alimento versatile e adatto ad ogni età. Tutti possono mangiare la pasta, ed è per questo che è il prodotto alimentare più presente sulle tavole globalizzate, anche su quelle di chi segue, per scelta o per necessità, regimi alimentari particolari, come i vegetariani e i vegani. O i celiaci, che possono scegliere tra le tante la varietà senza glutine disponibili sul mercato. E non ha controindicazioni culturali o religiose… Inoltre i pasti a base di pasta e altri alimenti a basso contenuto glicemico contribuiscono a tenere sotto controllo la glicemia e il peso, in particolare nelle persone sovrappeso.
Perché è sostenibile per il pianeta – Sulla bontà di un piatto di spaghetti al pomodoro o di una pasta gratinata appena sfornata abbiamo pochi dubbi ma molti saranno felici di sapere che è anche una scelta sostenibile. Negli ultimi anni il settore pastaio ha avviato un percorso di responsabilità che ha visto la diminuzione del 20% dei consumi di acqua e del 21% di emissioni di CO2 equivalente: l’impronta ecologica* di 80 grammi di pasta è minima (pari a 1 m² globale). E non va dimenticato che la pasta non richiede una produzione intensiva. E anche a tavola, è protagonista di tanti piatti anti spreco che valorizzano gli avanzi in piatti sostanziosi e prelibati. La pasta pesa appena il 3,5% in valore e il 12,5% in volume sul totale spreco domestico, mentre negli impatti sull’ambiente le percentuali scendono ad appena il 6,6% delle emissioni di CO2 totali e a un 8,6% dei consumi idrici. Inoltre, che sia in cartone o in film plastico, il suo packaging permette un recupero al 100% dei materiali d’imballaggio.
*L’impronta ecologica è un indice statistico utilizzato per misurare la richiesta umana nei confronti della natura. Essa mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle