Il Regno Unito è sempre più italiano a tavola: record di esportazioni di pasta nel 2017 mentre cambiano le storiche abitudini alimentari
L’italianizzazione della cucina inglese è ormai realtà: nel Regno Unito si mangia pasta una volta a settimana e dagli Novanta a oggi l’esportazione Oltremanica di pasta made in Italy è cresciuta per quattro volte. Il picco, finora, è stato registrato l’anno scorso: nel 2017 sono arrivate a Londra 268mila tonnellate di penne e spaghetti, record assoluto di pasta italiana esportata a Sua Maestà, con un aumento dell’1,4% rispetto al 2016.
Goodbye Fish and Chips? – Gli inglesi consumano tre chili e mezzo di pasta all’anno: il piatto tipico ha una porzione di 80 grammi, condita il più delle volte al pesto, venduto in media per 40 vasetti al minuto. Le abitudini alimentari britanniche sono cambiate: un’indagine del DEFRA (Department for Environment, Food and Rural Affairs) sui consumi domestici negli ultimi 40 anni in 150mila famiglie attesta il calo delle pietanze a base di carne, pane e patate, gli stessi fagioli stufati, simbolo dell’English breakfast, scendono del 20% rispetto a 40 anni fa. Certo, il Fish & Chips resiste ancora come marchio di fabbrica dei sudditi della regina Elisabetta, ma si ricorre sempre più a verdure di importazione “mediterranea” (zucchine e melanzane), il vino è in ascesa rispetto alla birra, è raddoppiato il consumo di frutta e al latte intero si preferisce quello scremato. Addirittura è in flessione persino il tè: oggi gli inglesi ne sorseggiano al massimo 8 tazze a settimana, nel 1973 si arrivava a 23 ogni sette giorni.
Nessuno tocchi gli spaghetti alla “Bolognaise” – Italians do it better. Gli inglesi preferiscono la cucina italiana: lo dicono i numeri, lo dice uno studio recente delle Guide DK che mette la dieta mediterranea al primo posto tra le preferenze britanniche a tavola. Poi la cucina inglese, cinese o indiana. Ci sono voluti, però, due secoli per educare l’Inghilterra agli spaghetti e ai maccheroni: il primo ristorante italiano a Londra è datato 1803, mentre a inizio ‘900 il Quo Vadis, il Bertorelli’s e il Quaglino’s erano tra gli indirizzi più alla moda per cenare fuori nella capitale inglese. Se capitate dalle parti di Piccadilly Circus o Trafalgar Squadre potrà capitare di imbattervi negli Spag Bol o Spaghetti alla Bolognaise, ovvero la riedizione british della pasta al ragù. Attenzione, però, alle differenze con l’originale: quando lo chef italiano Antonio Carluccio ha fatto notare gli errori grossolani rispetto alla ricetta nostrana (gli spaghetti al posto delle tagliatelle, diversi ingredienti di troppo come aglio, origano, prezzemolo e basilico) è stato travolto da una bufera di polemiche e critiche che rivendicavano la paternità anglosassone o americana di una ricetta, invece, tipicamente italiana.