Ci siamo! Manca davvero poco al 18esimo appuntamento con il World Pasta Day, la giornata mondiale della pasta, che quest’anno diventa maggiorenne e festeggia a Mosca. La scelta della capitale russa non è a caso e vuole ricordare l’importanza di questo Paese nella storia della pasta. Perché il mito della pasta è nato nell’Ottocento anche grazie al pregiato grano russo, che i pastai italiani di Napoli, Gragnano, Torre Annunziata e Imperia si facevano spedire via nave dal Mar Nero.
IPO – International Pasta Organisation rivela che nel 2015 ne sono state mangiate 1.106.000 tonnellate, per un consumo pro capite di 7,8 kg annui. Secondo uno studio di Romir Monitoring, ormai la consuma il 94% della popolazione, con una forte preferenza (79%) per quella di grano duro. Ma c’è ancora molto da fare per un prodotto che risente ancora di una forte stagionalità (i consumi si concentrano soprattutto in estate) e che ancora oggi può capitare di trovarsi proposto come contorno.
Per Riccardo Felicetti, Presidente dell’IPO, “I consumatori russi di Mosca e San Pietroburgo sono i più ‘evoluti’. Per loro la pasta di grano duro rappresenta un prodotto di eccellenza a un prezzo accessibile. Merito della fama della dieta mediterranea e del fascino della cucina italiana. Una situazione molto diversa da quella degli anni Ottanta, quando sono iniziate le prime grandi esportazioni di pasta verso il mercato russo. All’epoca era considerata soltanto un alimento economico e nutriente. Ora il costo è rimasto più o meno lo stesso, ma la percezione del prodotto è cambiata. E in meglio. La prossima sfida sarà farla incontrare con la tradizione gastronomica locale”.
Aspettando il World Pasta Day ecco 10 curiosità su un amore pastaio che dura da 200 anni.
1) I Russi conoscono la pasta da sempre, essendo stati, nell’Ottocento, i soli fornitori di grano duro di qualità del nostro Paese (il 70% del totale arrivava dall’Ucraina, allora in territorio Russo), con il quale allora si faceva la pasta che ci ha resi celebri nel mondo.
2) La pasta è diventata il piatto simbolo della celebre marina sovietica: una ricetta al ragù di carne (in scatola) è diventata famosa come Makaronnye po-Flotsky (pasta della marina).
3) Sembra che “O sole mio” sia stata ispirata da uno struggente tramonto sul Mar Nero. Il compositore, Eduardo Di Capua, era in viaggio con i pastai napoletani che importavano grano duro da quel Paese.
4) Negli anni Sessanta il successo di Rita Pavone, “Viva la pappa col pomodoro” diventa famosissima anche in Russia e tradotta come “Io amo la pasta”, aumentando la celebrità di questo piatto nel Paese.
5) Negli anni Ottanta l’Italia ricambia l’attenzione: le penne alla vodka (un must dell’epoca) e la più sofisticata insalata di spaghetti al caviale di Gualtiero Marchesi sanciscono il gemellaggio pastaiolo tra i due Paesi.
6) Oggi quasi tutti i russi (94%) mangiano la pasta: circa 7,8 kg a testa l’anno, soprattutto d’estate (come contorno).
7) Piace soprattutto di grano duro (80% del totale), acquistata dal segmento medio-alto della domanda, soprattutto a Mosca e San Pietroburgo. La pasta di grano tenero copre le altre fasce di mercato
8) I formati preferiti dai russi sono spaghetti (al primo posto, con il 64% delle preferenze), poi riccioli, spirali e tubetti.
9) I russi producono circa 1 milione di tonnellate di pasta all’anno (quinto Paese produttore al mondo), con 150 pastifici. Alcune aziende italiane hanno deciso di aprire impianti produttivi nel Paese, soprattutto nell’ultimo decennio.
10) L’Italia è il principale fornitore di pasta di qualità in Russia: circa 30 mila tonnellate nel 2015, nonostante il drastico calo (oltre il 50%) causato dall’embargo e dalla svalutazione del rublo. Ma ci sono le condizioni per una crescita esponenziale nei prossimi anni.