Da Costume National alle suggestioni di La Chapelle, per il designer Alessandro Enriquez la moda passa anche per la pasta
Bello e buono: quello che accade quando un piatto di pasta non ispira solo appetito, è che un designer ne prenda spunto adattandolo ad altri settori, come la moda. Per le sue molteplici forme, per i colori dei suoi condimenti e per l’armonia che suscita, la pasta si è dimostrata un valido ingrediente per le creazioni di Alessandro Enriquez.
L’artista trentenne di origine sicula ha spiegato, in una recente intervista, che la pasta è sinonimo di Italia, quando pronunci il suo nome, sostiene, ti capiscono tutti. E non c’è da stupirsi che Enriquez abbia tratto ispirazione dalla forma delle farfalle per decorare poltrone e borse, che ne abbia ricordato sapori e profumi su linee di abbigliamento dedicate. Già da tempo la pasta era stata oggetto di interesse e di studio da parte di Giulietto Giugiaro, mentre formati e trafile avevano ricoperto un ruolo da protagonisti nella mostra allestita presso il Museo d’arte contemporanea (Mart) di Rovereto.
Fashion pasta – In seguito al grande successo ottenuto con la pubblicazione del suo libro, 10X10 An Italian Theory, a Alessandro Enriquez fu commissionata la realizzazione di un progetto che legasse moda, food e design. Da qui sono nati cinque modelli di borse e una poltrona fatti con patch di pelle a motivo grafico di cibo, poi la prima collezione con maglie e poltrone in pelle intarsiata con vari formati di pasta.
“Mi ha ispirato soprattutto il design e in questo senso per esempio le grafiche della pasta. M’intriga – ha detto Enriquez – il lavoro del fotografo visionario La Chapelle così come ho molto amato l’arte di Adrian Piper con improvvisi tocchi di rosso nel tanto nero, mi ha molto impressionato, nel museo Dalì di Figueres un’intera parete ricoperta di croissant e le baguette poste sulle teste delle statue, la sfilata Chanel nel Grand Palais trasformato in un supermercato come da desiderata di Karl Lagerfeld… ma se ci penso bene mi avevano già colpito, negli anni Novanta, i ravioloni impunturati sui piumini di Jean Charles de Castelbajac”.
Insomma la pasta oltre a essere la nostra preferita in tavola è una continua fonte di ispirazione…