No ai carboidrati ad alto indice glicemico? Non ha senso per la pasta.

Picchi glicemici dopo i pasti? Sicuramente non è colpa della pasta e se è vero che come tutti gli alimenti ricchi in carboidrati, la pasta influenza la glicemia, particolarmente dopo i pasti, è anche vero che questo effetto è molto meno rilevante che per altri alimenti come il riso, il pane, le patate e la polenta. A spiegarlo è Gabriele Riccardi, Ordinario di Endocrinologia e malattie del Metabolismo presso l’Università Federico II di Napoli.

Dura e compatta – spiega il professor Riccardila struttura della pasta favorisce un lento rilascio degli zuccheri durante la digestione, senza bruschi innalzamenti della glicemia. Questo spiega anche il suo elevato potere saziante che si protrae per diverse ore limitando, così, l’esigenza di ricorrere a snack poco salutari per far fronte agli accessi di fame tra un pasto e l’altro”.

Condimenti? Quelli mediterranei – Ma la pasta, da sola, non può essere la panacea per tutti i mali. Per apprezzare a pieno tutte le sue caratteristiche benefiche e nutrizionali è bene collocarla all’interno della Dieta Mediterranea. Un ruolo di fondamentale importanza, infatti, è ricoperto dai condimenti.

Non sorprende che “macaroni and cheese”, una pietanza popolare negli Stati Uniti a base di panna e formaggio fuso (si vende anche in lattine!), possa favorire il sovrappeso – prosegue Riccardi -. Tutt’altra cosa, invece, è la pasta utilizzata secondo la tradizione mediterranea, in combinazione con pomodoro, ortaggi, legumi, pesce o carne magra e un cucchiaio di olio d’oliva. Un pasto così composto, con l’aggiunta di un contorno e un dessert a base di frutta, realizza un equilibrio ottimale tra carboidrati, proteine e lipidi e, quindi, rappresenta una scelta ottimale sotto il profilo del gusto e della salute”.