Intervista a Giorgetto Giugiaro il designer dell’automotive famoso in tutto il mondo prestato alla pasta
Toglierla dalla scatola e buttarla nell’acqua bollente, facendo attenzione alla quantità di sale e ai tempi di cottura: cuocere la pasta potrebbe apparentemente sembrare un gioco da ragazzi, ma non tutti sanno che alle spalle si cela un lavoro lungo e delicato che abbraccia numerose discipline, non ultima il design. Prima della mietitura, della lavorazione e della trafilatura, infatti, c’è lo studio del formato e a occuparsene sono stati grandi disegnatori, come nel caso del famoso Giorgetto Giugiaro.
È una storia nota. Non tutti sanno, infatti, che il padre del disegno di alcune delle auto più famose del mondo, tra i suoi studi, si è occupato anche di un’importante sfida ingegneristica, quella di trovare la forma perfetta della pasta.
In una recente intervista sul The Wall Street Journal, Giugiaro ha raccontato che “uno dei progetti più impegnativi su cui ho lavorato è stato un formato di pasta, nel 1983. Era costituito da due coppie di “tubi” a forma della lettera greca beta. L’interno doveva trattenere il sugo mentre la giunzione tra i due tubi doveva dare corposità al momento della masticazione, evidenziando la sensazione di al dente. Questo lavoro mi ha fatto ammirare gli artigiani anonimi che hanno progettato la pasta 100, 150 anni fa. Erano veri geni. Basti pensare alle penne rigate, con i lati ondulati”.
Forma è sostanza – E non c’è da stupirsi se ogni condimento ha il suo formato ideale. La forma che la trafila da alla pasta è indispensabile per la buona riuscita di un piatto. Un esempio può essere quello che vede le linguine, e non gli spaghetti, come miglior formato da abbinare alle vongole. La linguina, infatti, mantiene corposità grazie alla parte centrale più spessa mentre contemporaneamente rilascia l’amido necessario alla creazione della ‘cremina’ dai suoi bordi più fini.