3 ricette di pasta da copiare dai film

15853070 - pasta and chickpeas

Maccherone m’hai provocato e io me te magno…..non bisogna essere degli esperti cinefili per ricordare questa celebre battuta di Alberto Sordi che negli anni ’50 affrontava un enorme piatto di spaghetti nei panni di Nando, romano cresciuto nel mito dello stile americano del dopoguerra. Spaghetti protagonisti anche in un’altra pietra miliare della nostra tradizione cinematografica, Miseria e nobiltà in cui un irresistibile Totò saltella mangiandone copiosamente con una mano e mettendone altri in tasca. La pasta è, infatti, da sempre protagonista di capolavori del cinema, film d’animazione come delle commedie romantiche: simbolo dell’italianità, spesso emblema di un approccio sensuale e godereccio alla cucina e ai sapori, comfort food per eccellenza ma anche piatto naturalmente gourmet con il quale stupire e far innamorare.

Nei giorni del Festival del Cinema di Venezia ecco 3 ricette da 3 classici del cinema, tutte da provare

Il Timballo ne Il Gattopardo – Tratto dal romanzo di Tomasi da Lampedusa, la versione cinematografica de Il Gattopardo, è forse fra le più note nella storia dei colossal drammatici che vede un visionario Luchino Visconti alla regia e un cast stellare che può contare sulle interpretazioni di Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Mario Girotti… Tra le scene più maestose (e più note) la cena solenne nel palazzo di Donnafugata nel quale i principi di Salina come ogni anno trascorrevano la bella stagione. Indimenticabile l’entrata nel salone della bellissima Angelica sotto gli occhi incantati di Tancredi, nipote del principe e indimenticato il menù della festa che prevedeva fra le altre portate anche un sontuoso timballo di maccheroni.  Tomasi da Lampedusa ne esalta il colore dorato e la fragranza: “L’oro brunito dell’involucro, la fraganza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.” Luchino Visconti trasforma il timballo in un momento cinematografico sensuale e goloso che i più arditi e pazienti possono provare a riprodurre. Ecco la ricetta!

Ingredienti:  400 ml sugo di carne,  1/2 pollo lessato, 100 g funghi freschi o surgelati, 100 g fegatini di pollo, 200 g prosciutto cotto, tagliato a striscioline, 100 g di salsiccia, 120 g pisellini mignon, lessati al dente burro, 500 g maccheroni, parmigiano grattugiato, 3 uova sode a fette, sale e pepe, un tartufo nero. Per la pasta frolla: 400 g di farina, 200 g di zucchero, 200 g di burro a temperatura ambiente, sale e cannella un pizzico, 4 tuorli d’uovo. Per la crema pasticcera: 3 cucchiai di zucchero, 3 tuorli d’uovo, 2 cucchiai di farina, sale e cannella un pizzico, 1/2 litro di latte.

Preparazione: Preparare la pasta frolla impastando velocemente con le mani tutti gli ingredienti in modo da ottenere un composto omogeneo; lasciar riposare un’ ora coperta con un panno in frigorifero. Procedere poi a preparare la crema pasticcera e coprire con la pellicola trasparente fino al momento dell’uso. Preparare poi delle polpettine con 200 g di carne tritata di pollo lesso mescolata a 1 uovo, 100 g di prosciutto cotto, 2 cucchiai di parmigiano, prezzemolo tritato e un pizzico di sale. Friggerle in abbondante olio e tenere da parte. Far insaporire in un po’di burro il pollo ed il prosciutto rimasti, tagliati a striscioline; aggiungere i fegatini, le salsicce, i funghi, le polpettine, i pisellini e cuocere per qualche minuto; trasferire tutto in una casseruola con qualche cucchiaiata di succo di carne e far cuocere ancora per qualche minuto in modo che i sapori si mescolino bene. Lessare nel frattempo i maccheroni molto al dente, scolarli e condirli con il sugo di carne, il burro, abbondante parmigiano e far raffreddare. Imburrare una tortiera ad anello di 30 cm di diametro e ricoprire il fondo ed i bordi con un terzo della pasta frolla precedentemente stesa (circa 1/2 cm di spessore). Disporvi sopra metà dei maccheroni, la finanziera di carne, le uova, spolverizzate con il parmigiano e il tartufo nero a lamelle, infine coprire con il resto dei maccheroni, dando una forma leggermente a cupola sulla quale versare la crema pasticcera. Ricoprire il timballo con la pasta frolla avanzata premendo bene i suoi bordi per farla aderire alla prima. Spennellare la superficie con dell’uovo sbattuto e fate cuocere per circa 45 minuti nel forno a 180 gradi. Prima di togliere l’anello, lasciar riposare per 5 minuti e servire.

La pasta e ceci de I soliti ignoti – Correva l’anno 1958 quando il genio di Mario Monicelli partoriva un capolavoro del cinema destinato a far storia e a incidere la memoria collettiva del nostro Paese, anche grazie alla pasta e ceci. Parliamo de I Soliti Ignoti, il film che racconta le peripezie e le disavventure di banda di ladri improbabili e sfortunati (cast eccellente che vede Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Totò fra i protagonisti) che provano un colpo al Monte di Pietà. Dopo mille difficoltà e malintesi non riescono a portare a termine il colpo grosso che avrebbe cambiato le loro vite e si consolano con una pasta e ceci. Del resto come afferma Mastroianni prima di affondare il cucchiaio nel piatto: “Rubare è un mestiere impegnativo, ci vuole gente seria, mica come voi! Voi al massimo potete andare a lavorare!”. Ecco la ricetta consolatoria e confortevole della pasta e ceci:

Ingredienti (per 4): 200 g di mezze maniche, 300 g di ceci, 1 spicchio d’aglio, 1/4 di cipolla, 3 pomodori pelati, 1/2 bicchiere di vino, rosmarino, sale, pepe e olio d’oliva q.b.

Preparazione – Prendere i ceci precedentemente ammollati e metterli in una pentola con aglio, rosmarino, acqua fredda e portare a bollore. Intanto, in un’altra pentola far rosolare la cipolla tagliata finemente. Quando la cipolla sarà imbiondita, versare il vino e aggiungere i pomodori schiacciati appena con la forchetta. Una volta che il pomodoro sarà asciugato, aggiungere 2/3 dei ceci e amalgamare (la restante parte dei ceci verrà frullata con l’acqua rilasciata in cottura). Nel frattempo far cuocere le mezze maniche (o anche pasta mista), scolare al dente nella pentola dei ceci e aggiungere la purea già frullata per dare più cremosità al piatto.

La salsa di Clemenza ne Il Padrino – Che sia con pasta corta o lunga la salsa deve essere preparata a dovere. A ricordarlo anche Clemenza, uno dei picciotti più fidati della famiglia Corleone, ne Il Padrino. Per un attimo, fra i fornelli, davanti alla preparazione del sugo per condire la pasta per la famiglia si dimenticano le efferatezze, le violenze e si sente quasi la tenerezza e il calore di casa. Con gestualità consapevole apre i barattoli di pelati e li versa in padella e poi li mescola con il cucchiaio di legno (cucchiara). Invita il giovane Michael in quel momento al telefono a imparare e inizia il suggestivo racconto della ricetta di famiglia: si comincia con un poco d’olio, ci friggi uno spicchio d’aglio…poi ci aggiungi tomato e anche un poco di conserva. Friggi e attento che non se attacca…quando tutto bolle ci cali dentro salsicce e pulpetta, poi ci metti uno schizzo di vino e nù pucurille ‘e zucchero..

Non ci resta che mettere su l’acqua e buttare la pasta, con questo sugo speciale optiamo per gli intramontabili e sempre amati spaghetti.

E voi avete altre ricette cinematografiche da suggerirci?

 

 Altre fonti: Pianetadonna.it, Taccuinistorici.it, Ristorazioneconruggi.com