Chi l’ha detto che per dimagrire bisogna per forza rinunciare alla pasta? Farlo non soltanto è inutile, ma può essere addirittura controproducente visto che gran parte della nostra energia proviene proprio da pane, pasta, riso e cereali. Ai rumor del web e alla carbofobia ecco come rispondono i nutrizionisti, a partire da Pietro Antonio Migliaccio, Presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (S.I.S.A.)
“Purtroppo molta gente non sa quanto possa far bene un bel piatto di pasta. Partiamo dal fatto che questo alimento, ricco di carboidrati complessi a lento assorbimento, evita all’organismo bruschi e repentini picchi glicemici e garantisce un quasi immediato e prolungato senso di sazietà grazie alla presenza dell’amido. Questo è un tipo di carboidrato complesso, che non entra subito in circolo ma viene digerito molto più lentamente, smorzando quasi subito il senso di fame. Oltre ad avere un potenziale ruolo antidiabetico, i carboidrati complessi sono indicati anche per chi soffre di pressione alta. L’amido, infatti, se abbinato ad alimenti di origine vegetale, apporta un basso introito di sodio. La pasta, inoltre, non contiene colesterolo, quindi, si può introdurre anche nelle diete ipolipidiche, facendo attenzione, ovviamente, al condimento”.
E sul consumo di della pasta nelle diete ipocaloriche il professore conclude: “ E’ assolutamente sbagliato pensare che la pasta faccia ingrassare. Anche nel caso in cui si debba perdere peso, una dieta a ridotto apporto calorico deve comunque prevedere, nel giusto rapporto, l’introduzione di carboidrati, proteine e grassi. Questi tre macronutrienti, ben bilanciati, sono essenziali per impostare una dieta salutare e personalizzata. La pasta nelle giuste quantità si può consumare quotidianamente nel contesto di una dieta equilibrata e di un corretto stile di vita e, grazie al suo elevato potere saziante, è indicata anche nelle diete ipocaloriche e pertanto dimagranti.”
Anche Nicola Sorrentino, medico e specialista in scienza dell’alimentazione ha fatto della pasta uno dei pilastri della dieta che porta il suo nome, sfatando il pregiudizio che la pasta faccia ingrassare e lo ribadisce dalle pagine del suo blog: “L’organismo ha bisogno di introdurre buone quantità di cibo, perché in tal modo saziano. E la pasta, una volta cotta, lo fa al meglio soddisfacendo il palato e la vista, con un limitato apporto energetico. Come alimento si presta a molteplici ricette che i diversi formati, tradizionali e non, possono ulteriormente arricchire. Associata ai legumi o a un sugo di pesce è un pasto completo e nutrizionalmente bilanciato. Cotta insieme alle verdure, è un piatto dietetico e sano. Mangiare la pasta inoltre mette di buonumore perché è digeribile (soprattutto se è al dente), ci dà energia, e contiene il triptofano, un aminoacido che produce serotonina, il neurotrasmettitore ad azione antidepressiva. Oltre ad avere un potenziale ruolo antidiabetico, i carboidrati complessi (e quindi la pasta) sono indicati anche per chi soffre dipressione alta; l’amido, se abbinato ad alimenti di origine vegetale, apporta un basso introito di sodio”.
A confermare i benefici della pasta nell’alimentazione quotidiana anche i recenti studi della Nutrition Foundation of Italy che evidenziano come la pasta aiuti a controllare il peso corporeo e la glicemia nei pazienti diabetici, a ridurre il rischio di sviluppare diabete di Tipo 2 e malattie cardiovascolari, a migliorare i livelli di colesterolo nel sangue e quelli di altri fattori di rischio cardiovascolare.
Pasta, buona a sapersi!